10.04.2013

Shakers - note di viaggio

photos by Anna

Una delle ragioni della nostra visita negli USA dello scorso agosto, fu il trascorrere qualche giorno nel villaggio degli Shakers, situato nel New England.

Ma chi sono sti Shakers, direte voi?  (il vocabolo tradotto significa Agitatori).


Sono una corrente religiosa formatasi attorno il 1730, in Gran Bretagna, che poi per motivi di persecuzione si trasferi e fiori poi nella regione del New England (USA) e che oggi conta ancora tre membri.

Il nome descrive il tremore (Shakes), una sorta di trance, che prendeva alcuni membri della comunita' quando si riunivano la domenica per i loro momenti di preghiera.

Il loro stile di vita era basato sul celibato, la mancanza della proprieta' privata e l'uguaglianza tra uomo e donna. Gli Shakers conducevano uno stile di vita molto equilibrato, rifiutando gli eccessi, avevano capito i benefici dell'alimentazione naturale ed organica. Ogni membro della comunita' contribuiva al mantenimento del villaggio.

La loro comunita' prolifero' economicamente grazie alle vendite di prodotti varii, sedie, scatole, utensili per la casa, stoffe e semi.
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Il loro design minimalistico (con chiare influenze della religione puritana) combinato con un alto livello artigianale li rese famosi, gia' in quegli anni (1740 avevano adottato un efficientissimo sistema di vendita su ordinazione, ovvero con catalogo. Avevano pensato e disegnato il logo, le informazioni e gli imballaggi dei prodotti, che venivano spediti in America ed in Europa.



l villaggio degli Shaker era caratterizzato da linearità ed estrema semplicità, architetture poco adorne. Le regole degli Shaker prescrivevano anche l’uso di colori per gli edifici quali il naturale del legno e lungo le strade dovevano essere “of a lighthish hue”; fienili ed altri magazzini potevano essere più scuri, rossi o marroni. La Meeting House bianca. 

L’ordine era importante nell’ambiente e spazio fisico. Per evitare il caos negli edifici e nei laboratori, mobilia ed oggetti erano spesso contrassegnati con lo scopo di indicarne la loro giusta collocazione. L’uniformità are un’altra chiave al successo: nessuno doveva possedere cose migliori degli altri. La mobilia aera mantenuta al minimo per conservare semplicità ed ordine. I dormitori erano arredati tipicamente da una sedia e da un letto stretto, una stufa a legna, uno zerbino per tappeto, un lavabo, uno specchio, asciugamani, pochi pettini e spazzole.




Gli Shaker non furono certo i primi americani a concepire l’uso di armadi a muro, ma ne fecero ampio uso per convenienza sia nelle loro abitazioni sia nei laboratori. Ad Hancock si vedono alcuni tra i migliori esemplari che rimangono. Spesso le cassettiere erano costruite con gradazioni in altezza, così che i cassetti più piccoli stavano in alto mentre i più grandi, capaci di maggior peso, stavano in basso dando anche un effetto estetico piacevole oltre che pratico. Uno dei vantaggi nella costruzione degli armadi a muro era proprio il pensiero per la pulizia, poiché la polvere non poteva raccogliersi né sopra né sotto i mobili.



Per gli Shaker, un buon progetto derivava solamente dall’utilità. “Quello che in se stesso ha il più elevato uso, possiede la più grande bellezza” questo motto Shaker riassume la filosofia dei loro mobilieri un secolo prima che a Chicago l’architetto Louis Sullivan enunciasse lo stesso concetto nel ben conosciuto detto “Form follows function”.






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